Il product placement questo sconosciuto

Mar 30, 2017Marketing, Multimedia

Avete presente “Il diavolo veste Prada”? Un film di grande successo che ha il “product placement” fin dal titolo. In effetti dalla nascita del cinema ai giorni nostri questa forma di marketing ne ha fatta di strada, riuscendo ad affermarsi anche dalla televisione al teatro, dalla letteratura all’arte, dai fumetti ai videogames fino, naturalmente, al web.

C’è stato un tempo in cui i prodotti venivano inquadrati quasi furtivamente, entravano di soppiatto nella scena: un pacchetto di sigarette lasciato sul tavolo, una bibita che faceva capolino dal frigorifero, un’automobile che per caso passava di là.

Oggi le cose sono radicalmente cambiate, perché la presenza del prodotto all’intero di una storia crea interesse, contribuisce a finanziare l’opera e quindi è diventata pressoché immancabile.

Non staremo qui a raccontarvi che James Bond è il più grande utilizzatore di product placement della storia, o che la Volkswagen ha tratto benefici per un paio di decenni dal “Maggiolino tutto matto”, ma anche restando a casa nostra come nel caso di Poste Italiane, un successo di marketing clamoroso con “Benvenuti al Sud”, senza neppure l’investimento vero e proprio ma con un’operazione di “tax credit esterno” per l’investimento nel settore cinematografico.

Per semplificare, possiamo stringere il campo a tre diversi approcci al product placement:

  • il “visual product placement”, quando il prodotto, pur essendo in scena, non è direttamente presentato allo spettatore;
  • il “verbal product placement”, quando i personaggi nominano la marca;
  • il “plot product placement” o “brand integration”, quando il prodotto diventa parte della storia, o addirittura ne determina alcune scelte artistiche.

Qui potete trovare chiarimenti sulle regole del product placement

Come dicevamo, la rete in generale e i social network in particolare, non sono esenti dal product placement. Com’è facile comprendere, il product placement online si considera di successo nel momento in cui aumenta l’awareness e/o le vendite di un prodotto e dà visibilità, notorietà, buona immagine al brand. Ma attenzione, perché è una forma di pubblicità che prevede la creazione di una “scena” in cui il prodotto si presenta in modo naturale e autentico, quindi assai diversa del classico product endorsement che prevede invece una presenza più invasiva e dichiaratamente promozionale. Il product placement è un ottimo strumento per ovviare al fastidio indotto dalle interruzioni forzate costituite dai blocchi pubblicitari. Il prodotto viene presentato in modo contestuale allo svolgimento del film, del programma televisivo o del filmato youtube, così la promozione non viene vissuta come un’intrusione.

Nel product placement servono quindi contenuti che caratterizzano il prodotto in maniera creativa, capace di coinvolgere le persone in modo efficace ma non pressante. Il vantaggio maggiore sta nell’opportunità di inserire il prodotto/brand all’interno di un contesto che si “adatti”, sfruttando quella connessione emotiva che gli spettatori sviluppano con ciò che stanno guardando. Inoltre, la scelta attenta del media, dello spazio e del contesto nel quale attuare un’azione di product placement permette di raggiungere un target ben definito.

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