La comunicazione nelle Organizzazioni non profit
Le condizioni del sistema in cui viviamo stanno cambiando velocemente. Ogni settore della società vi è coinvolto. Quello della comunicazione in particolare, perché è una disciplina che sa essere sia causa che effetto di molti cambiamenti. Ed è proprio dalla comunicazione, a partire da chi la “governa”, che dipendono in modo rilevante le sorti delle imprese non profit, soprattutto ora che, oltre ai problemi di sempre, devono saper affrontare anche due crisi ormai molto evidenti: quella economica e quella dei valori che, come non bastasse, stanno sommando i loro effetti generando nelle persone un turbinio di sentimenti contrastanti.
Si contano oltre 300.000 istituzioni non profit attive in Italia, che coinvolgono a vario titolo oltre 5 milioni di persone, di cui circa l’80% volontari. Un mondo complesso, che di fatto rappresenta un Paese nel Paese e assolve a compiti che dovrebbero essere in carico allo Stato. Un mondo per il quale diventa sempre più difficile rivolgersi ad un pubblico attraversato da emozioni altalenanti per chiedergli un sostegno o per illustrargli i propri obiettivi. E questo anche se l’aspetto prevalentemente sociale del non profit si potrebbe pensare che possa aiutare a superare gli ostacoli della diffidenza, della paura, del dubbio, dell’egoismo. Non è così purtroppo e le cose si complicano per il settore per almeno due altri motivi non proprio banali. Uno è che ogni associazione si muove entrando inevitabilmente in concorrenza con le altre migliaia; l’altro è proprio la comunicazione che troppo diffusamente è ancora affidata a maneggi casalinghi o a figure non adeguatamente preparate che anziché essere una risorsa diventano velocemente un problema. Assistiamo spesso a grandi chiacchiere laddove invece servono competenza e risultati.
Se ne parliamo qui è perché affrontiamo solo temi che conosciamo bene e per i quali, a chi ce lo dovesse chiedere, siamo preparati a dare solo risposte professionali e di buon senso. Ce l’abbiamo nel DNA.